RePower: l’UE punta su nuove misure per affrontare la crisi energetica
L’Unione Europea è sempre stata all’avanguardia nella lotta al cambiamento climatico, basti pensare che già nel 2008 fissò gli obiettivi 20/20/20 che ben conosciamo.
Oggi purtroppo accanto al cambiamento climatico, l’Europa, si trova a dover fare i conti anche con le conseguenze negative derivanti dalla crisi con la Russia e la guerra in Ucraina.
La Commissione europea ha deciso di tagliare le importazioni di gas russo di due terzi entro la fine dell'anno e di azzerarle entro il 2026 o il 2027 e si prepara a varare un nuovo pacchetto di sanzioni, che dovrebbe vietare le importazioni di greggio e prodotti petroliferi russi entro la fine di quest'anno. Inoltre, per ridurre la dipendenza europea dai combustibili fossili russi, è stato presentato il pacchetto di misure RePowerEU. Di cosa si tratta?
È un piano che punta su ulteriori azioni per:
• risparmiare energia;
• diversificare le fonti di approvvigionamento;
• sostituire rapidamente i combustibili fossili accelerando la transizione energetica europea;
• combinare in modo intelligente investimenti e politiche di riforma.
Con riferimento alle azioni di risparmio energetico, si può considerare il modo più rapido ed economico per affrontare l'attuale crisi energetica e ridurre le bollette: la Commissione propone di diminuire i consumi energetici non più del 9% ma del 13% ed introduce una serie di indicazioni sui comportamenti da seguire rivolte ad industrie e famiglie che nel breve termine potrebbero ridurre la domanda di gas e petrolio del 5%. I suggerimenti spaziano dal tenere i riscaldamenti ad una temperatura più bassa ad abbassare la temperatura dei boiler fino a 60°C, dal ridurre i limiti di velocità in autostrada al supporto per la micro-mobilità e la mobilità dolce.
L’Unione Europea si sta poi impegnando nella diversificazione delle forniture anche tramite la creazione della EU Energy Platform che consiste in un meccanismo in grado di mettere in comunicazione domanda e offerta, coordinare l’uso delle infrastrutture di importazione, stoccaggio e trasporto e negoziare con i partner internazionali per facilitare gli acquisti comuni di gas, Gnl e idrogeno. Come passo successivo, la Commissione prenderà in considerazione lo sviluppo di un "meccanismo di acquisto congiunto" che consentirà di negoziare e stipulare contratti per l'acquisto di gas per conto degli Stati membri partecipanti. Saranno prese in considerazione misure legislative per richiedere la diversificazione dell'approvvigionamento di gas da parte degli Stati membri ed in futuro sarà possibile anche l'acquisto congiunto di idrogeno rinnovabile.
Il piano RePowerEU mira poi ad accelerare sulle rinnovabili che dovranno pesare non più per il 40% ma per il 45% del mix elettrico. Verrà introdotta una strategia solare che consentirà di raddoppiare la capacità fotovoltaica europea entro il 2025 e installare 600 nuovi GW entro fine decennio; verrà inoltre sfruttato il potenziale dei tetti fotovoltaici introducendo un obbligo di installazione.
È inoltre previsto il raddoppio del tasso di diffusione delle pompe di calore e delle misure per integrare l'energia geotermica e
solare termica nei sistemi di riscaldamento urbano e municipale modernizzati. Ancora, verranno raddoppiati i target al 2030 per la produzione domestica di idrogeno, verranno fornite indicazioni su come promuovere i contratti PPA e facilitare la partecipazione dei cittadini prosumer attraverso la diffusione di comunità energetiche rinnovabili.
Infine, la Commissione pubblicherà anche un piano per potenziare la produzione di biometano fino a 35 bcm entro il 2030, anche attraverso la Pac.
In conclusione, il raggiungimento degli obiettivi di RePowerEU richiede un investimento aggiuntivo di 210 miliardi di euro da qui al
2027. Tali investimenti devono essere sostenuti dal settore pubblico e privato, a livello nazionale, transfrontaliero e comunitario.
Nel nostro Paese il PNRR destina a RePowerEU 225 miliardi di euro. L’idea è poi quella di aumentare la dotazione finanziaria con 20 miliardi di euro di sovvenzioni provenienti dalla vendita di quote del sistema ETS dell'Unione europea. In questo modo, il sistema ETS non solo ridurrebbe le emissioni e l'utilizzo di combustibili fossili, ma aiuterebbe nella raccolta dei fondi necessari per raggiungere l'indipendenza energetica
Articolo di Valeria Caso - Newsletter FIRE giugno 2022