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La nuova Direttiva Europea EPBD

Nella sessione plenaria del 12 marzo 2024 e dopo un anno di trattative il Parlamento europeo con 370 voti favorevoli, 199 contrari e 56 astenuti ha approvato la direttiva europea Case green (Energy performance of building directive, EPBD).

Successivamente, il 12 aprile 2024, anche lIl Consiglio Europeo ha approvato la direttiva (sono stati 20 i voti a favore sui 27 totali che hanno consentito di chiudere il lungo e complesso iter.) Un lavoro durato diversi mesi. Nei diversi negoziati tra il Consiglio dell’Unione Europea, il Parlamento Europeo e la Commissione Europea, la direttiva case green ha subito una serie di modifiche che contemplano obiettivi intermedi meno stringenti, termini più estesi e un quadro normativo meno restrittivo rispetto alla versione precedentemente approvata dal Parlamento Europeo a marzo.
Il compromesso sui target della direttiva EPBD prevede la possibilità per i Paesi membri di richiedere deroghe sugli edifici alla Commissione europea.
Inoltre, l’efficienza energetica degli edifici non sarà più valutata tramite la certificazione energetica, bensì attraverso obiettivi medi che varieranno a seconda del Paese. Questi obiettivi medi saranno definiti in base al patrimonio edilizio, al sistema nazionale di classificazione energetica e alle strategie di ristrutturazione adottate da ciascun Paese.

Il giorno 8 maggio 2024 è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell'Ue Serie L  la Direttiva (UE) 2024/1275 del Parlamento europeo e del Consiglio del 24 aprile 2024 sulla prestazione energetica nell’edilizia (rifusione), nota come “Direttiva Case Green”.

La direttiva entrerà in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella GUUE (il 28/05/2024), mentre i singoli Stati membri avranno due anni per recepirne i contenuti. Ogni Stato dovrà presentare un piano di riduzione dei consumi nel quale dovrà spiegare come intende raggiungere i target fissati dalla direttiva.

Alcune misure, però, dovranno essere adottate già nei prossimi mesi.
Gli articoli 30, 31, 33 e 34 si applicano a decorrere dal 30 maggio 2026.
Gli Stati membri mettono in vigore le disposizioni legislative, regolamentari e amministrative necessarie per conformarsi agli articoli 1, 2 e 3, da 5 a 29 e 32, nonché agli allegati I, II e III e da V a X entro il 29 maggio 2026. Essi comunicano immediatamente alla Commissione il testo di tali disposizioni, nonché una tavola di concordanza.

La direttiva Case green  fa parte del pacchetto di riforme FIT FOR 55 e mira a ridurre le emissioni nocive dell’Unione Europea per raggiungere l’obiettivo di emissioni zero entro il 2050 attraverso la riqualificazione del patrimonio edilizio europeo e il miglioramento dell’efficienza energetica.

I macro-obiettivi

L’obiettivo delle politiche energetiche degli stai membri è raggiungere l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050.

Ogni Stato membro dovrà adottare un piano nazionale che preveda la riduzione progressiva del consumo di energia degli edifici residenziali; ogni paese potrà stabilire autonomamente su quali edifici concentrarsi.

Complessivamente, il 55% della riduzione dei consumi energetici deve essere ottenuto tramite la ristrutturazione degli edifici con le prestazioni inferiori.

Entro il 2030, le ristrutturazioni dovranno coinvolgere il 15% degli immobili non residenziali e, entro il 2033, il 26% degli edifici di classe energetica più bassa.

Secondo le definizioni della direttiva, il 43% degli immobili meno efficienti dovrà essere riqualificato dal punto di vista energetico.

In Italia, secondo i dati Istat, vi sono circa 12 milioni di edifici residenziali. Pertanto, sarà prioritario intervenire sui circa 5 milioni di edifici con le prestazioni più scadenti, ognuno dei quali composto da una o più unità immobiliari.

Edifici residenziali

Rispetto alla prima bozza presentata lo scorso 14 marzo, l’attuale scenario richiede comunque ad ogni Stato membro dell’Unione Europea di impegnarsi nell’implementazione di un nuovo piano di riqualificazione degli edifici, adottando misure mirate a garantire una riduzione dell’energia primaria media utilizzata dagli edifici residenziali pari:

  • al 16% entro il 2030;
  • al 20-22% entro il 2035.

Edifici non residenziali

Entro il 2030, dovrà essere prevista la ristrutturazione degli edifici non residenziali con le prestazioni energetiche più basse nella misura del:

  • 16% entro il 2030;
  • 26% entro il 2033.

Obiettivo di zero emissioni (ZEmB – zero emission buildings)

Dovranno essere a emissioni zero:

  • dal 2028 tutti gli edifici pubblici di nuova costruzione;
  • dal 2030 anche le nuove costruzioni residenziali private.

Impianti fotovoltaici

Gli Stati membri dovranno garantire che i nuovi edifici siano “solar-ready”, ovvero idonei a ospitare impianti fotovoltaici o solari termici sui tetti. L’installazione di impianti di energia solare diventerà la norma per i nuovi edifici.

Per gli edifici pubblici e non residenziali esistenti l’energia solare dovrà essere installata gradualmente, a partire dal 2027, laddove ciò sia tecnicamente, economicamente e funzionalmente fattibile. Tali disposizioni entreranno in vigore in momenti diversi a seconda della tipologia e delle dimensioni dell’edificio.

Gli Stati membri saranno tenuti ad installare impianti solari secondo il seguente calendario:

  • entro il 31 dicembre 2026, su tutti i nuovi edifici pubblici e non residenziali con una superficie utile superiore a 250 m²,
  • entro il 31 dicembre 2027, su tutti gli edifici pubblici esistenti con una superficie utile superiore a 2000 m²;
  • entro il 31 dicembre 2028, su tutti gli edifici pubblici esistenti con una superficie utile superiore a 750 m²;
  • entro il 31 dicembre 2030, su tutti gli edifici pubblici esistenti con una superficie utile superiore a 250 m²;
  • entro il 2027, su tutti gli edifici non residenziali esistenti con una superficie utile superiore a 500 m² in cui l’edificio subisce un intervento che richiede un permesso amministrativo rilevante;
  • entro il 31 dicembre 2029, su tutti i nuovi edifici residenziali e su tutti i nuovi parcheggi coperti adiacenti fisicamente agli edifici.

Caldaie a combustibili fossili

Anche sull’impiego delle caldaie alimentate da combustibili fossili, la direttiva propone una strategia graduale invitando gli Stati membri a formulare misure specifiche per facilitare questa transizione nel settore del riscaldamento e del raffreddamento.

A partire dal 1° gennaio 2025, dovranno essere sospesi i sussidi per l’installazione di caldaie autonome che funzionano con combustibili fossili.

Agli Stati membri spetta elaborare piani dettagliati per l’eliminazione graduale dell’uso dei combustibili fossili nel settore del riscaldamento e del raffreddamento, con l’obiettivo finale di eliminare completamente le caldaie alimentate da tali combustibili entro il 2040.

Gli immobili esclusi

Sono esclusi dagli obblighi previsti dalla nuova Direttiva EPBD i seguenti immobili:

  • edifici vincolati e protetti;
  • immobili storici;
  • edifici temporanei;
  • chiese;
  • abitazioni indipendenti con superficie < 50 mq;
  • case vacanza, ovvero le seconde case occupate per meno di 4 mesi/anno;
  • prevista anche la possibilità di esentare l’edilizia sociale pubblica, qualora i lavori di riqualificazione farebbero aumentare gli affitti in modo sproporzionato, rispetto al risparmio conseguibili nelle bollette energetiche.

Massimo sostegno alle ristrutturazioni importanti

Il termine di “ristrutturazione importante” fa riferimento ad un intervento di ristrutturazione a fasi che converta progressivamente edifici energivori in edifici a emissioni 0.

Gli Stati membri devono definire una “ristrutturazione importante” in termini di percentuale della superficie dell’involucro dell’edificio oppure in termini di valore dell’edificio. Se uno Stato membro decide di definire una ristrutturazione importante in termini di valore dell’edificio, si potrebbero utilizzare valori quali il valore attuariale o il valore attuale in base al costo di ricostruzione, escluso il valore del terreno sul quale l’edificio è situato.

La ristrutturazione importante costituisce un’occasione per migliorare la prestazione energetica mediante misure efficaci sotto il profilo dei costi. Per motivi di efficacia in termini di costi dovrebbe essere possibile limitare i requisiti minimi di prestazione energetica alle parti ristrutturate che risultano più rilevanti per la prestazione energetica dell’edificio.

Smart readiness degli edifici

Ci sarà un nuovo regime comune facoltativo dell’Unione, un indicatore e una metodologia per il calcolo dello per valutare la Smart readiness degli edifici, ovvero la loro predisposizione e capacità a utilizzare le tecnologie intelligenti per adattare il loro funzionamento alle esigenze dell’occupante, in particolare per quanto riguarda la qualità ambientale interna e il comfort termico.

Il lavoro in ambito Ue sullo Smart Readiness Indicator (SRI) – l’indicatore per valutare la predisposizione all’intelligenza degli edifici – è iniziato dal 2017 con la creazione di un consorzio di ricerca e il coinvolgimento di importanti Istituti di ricerca

Gli ambiti applicativi dell’SRI sono essenzialmente:

  • il comfort, ovvero la capacità di modificare le prestazioni dell’edificio in relazione alle esigenze degli occupanti in modo sostanzialmente automatico, assicurando il mantenimento di condizioni microclimatiche interne ideali;
  •  l’efficienza energetica, ovvero la capacità di gestire in modo automatizzato gli impianti di un edificio mirando al contenimento dei consumi, attraverso il loro costante monitoraggio e la massimizzazione dell’utilizzo di energia prodotta da fonti rinnovabili;
  • la flessibilità, ovvero la capacità di un edificio di operare in un’ottica di “demand response”, ovvero di adattare la quantità di energia consumata alle reali esigenze, sfruttando al riguardo anche gli input provenienti dalla rete elettrica (per esempio modulandoli sulle diverse fasce orarie);
  • l’interoperabilità, ovvero la capacità di mettere a sistema tutti gli impianti di edificio attraverso sistemi BACS avanzati in grado di gestire in modo intelligente il funzionamento complessivo dell’edifico, adattandolo agli input che provengono dall’esterno o dal suo utilizzo (nello specifico, impianti di climatizzazione, illuminazione, automazione, ventilazione, ma anche elettrodomestici e apparecchiature elettroniche connesse, ovvero tutto l’universo dell’IoT);
  • la connettività, ovvero l’essere connesso in modo efficace ed efficiente alla rete di comunicazioni e quindi all’esterno, ma anche disporre di una adeguata infrastruttura d’edificio abilitante all’adozione di qualsiasi servizio innovativo.

Mobilità sostenibile

Gli edifici non residenziali con più di cinque posti auto – di nuova costruzione o sottoposti ad una ristrutturazione importante – dovranno garantire:

  • l’installazione di almeno un punto di ricarica per ogni cinque posti auto;
  • l’installazione di pre-cablaggio per almeno il 50% dei posti auto e condotti, cioè condotti per cavi elettrici, per i restanti posti auto, per consentire l’installazione in un secondo momento di punti di ricarica per veicoli elettrici, cicli assistiti elettricamente e altri tipi di veicoli di categoria L;
  • spazi per il parcheggio delle biciclette che rappresentano almeno il 15% della capacità media o il 10% della capacità totale degli utenti degli edifici non residenziali, tenendo conto dello spazio richiesto anche per le biciclette di dimensioni maggiori rispetto alle biciclette standard;

Tutti gli edifici non residenziali con più di venti posti auto devono garantire entro il 1° gennaio 2027 l’installazione di almeno un punto di ricarica per ogni dieci posti auto.

Nel caso di edifici di proprietà o occupati da enti pubblici, gli Stati membri devono garantire il pre-cablaggio per almeno uno su due posti auto entro il 1° gennaio 2033.

Gli edifici residenziali con più di tre posti auto – di nuova costruzione o sottoposti ad una ristrutturazione importante – devono garantire:

  • l’installazione di pre-cablaggio per almeno il 50% dei posti auto e condotti, cioè condotti per cavi elettrici, per i restanti posti auto per consentire l’installazione, in un secondo momento, di punti di ricarica per veicoli elettrici, cicli assistiti elettricamente e altri tipi di veicoli di categoria L;
  • l’installazione di almeno un punto di ricarica per i nuovi edifici residenziali,
  • almeno due spazi per il parcheggio delle biciclette per ogni unità abitativa.

Tratto da newslette Biblus e Build news

Timeline Direttiva EPBD IV

  • 31 dicembre 2024

    BACS
    Gli edifici non residenziali devono avere sistemi di automazione e controllo per gli impianti di riscaldamento, condizionamento e a ventilazione con potenza nominale utile superiore a 290 kW.

  • 1 gennaio 2025

    Caldaie a combustibili fossili
    Gli stati non devono fornire incentivi finanziari per l'installazione di caldaie uniche alimentate a combustibili fossili, ad eccezione di impianti di riscaldamento ibridi con una quota considerevole di energie rinnovabili.

  • 31 dicembre 2025

    Piano nazionale di ristrutturazione degli edifici
    Gli Stati membri trasmettono alla Commissione la prima proposta di piano di ristrutturazione degli edifici, aggiornato ogni 5 anni.

  • 31 dicembre 2026

    Impianti solari
    Devono essere installati impianti solari su tutti gli edifici pubblici e non residenziali con una superficie coperta utile superiore a 250 mqRealizzazione di uno studio di fattibilità per la CER.

  • 1 gennaio 2027

    GWP
    L’Italia deve pubblicare e notificare alla Commissione una tabella di marcia che specifica l'introduzione di valori limite del GWP (Global Warning Potential) totale cumulativo nel corso del ciclo di vita degli edifici di nuova costruzione a partire dal 2030.

  • 31 dicembre 2027

    Impianti solari
    Devono essere installati impianti solari su
    - tutti gli edifici pubblici con una superficie coperta utile superiore a 2000 mq
    - sugli edifici non residenziali esistenti con una superficie coperta utile superiore a 500 m², se l'edificio è sottoposto a una ristrutturazione importante o a un'azione che richiede un'autorizzazione amministrativa per ristrutturazioni edilizie, lavori sul tetto o l'installazione di un sistema tecnico per l'edilizia.

  • 31 dicembre 2027

    BACS
    Gli edifici non residenziali, con una potenza nominale utile per gli impianti di riscaldamento, condizionamento e a ventilazione con potenza nominale utile superiore a 290kW, devono essere dotati di controlli automatici dell'illuminazione. I controlli sono opportunamente localizzati e sono in grado di rilevare l'occupazione.

  • 1 gennaio 2028

    Edifici ad emissioni zero
    Gli edifici pubblici di nuova costruzione devono essere a emissioni zero.

  • 1 gennaio 2028

    GWP
    Per tutti gli edifici di nuova costruzione con superficie coperta utile superiore a 1 000 mq nell'attestato di prestazione energetica deve essere indicato il GWP (Global Warning Potential), calcolato nel corso del ciclo di vita.

  • 31 dicembre 2028

    Impianti solari
    Devono essere installati impianti solari su tutti gli edifici pubblici con una superficie coperta utile superiore a 750 mq.

  • 31 dicembre 2029

    BACS
    Gli edifici non residenziali devono avere sistemi di automazione e controllo per gli impianti di riscaldamento, condizionamento e a ventilazione con potenza nominale utile superiore a 70 kW.
    Gli edifici non residenziali, con una potenza nominale utile per gli impianti di riscaldamento, condizionamento e a ventilazione con potenza nominale utile superiore a 70 kW, devono essere dotati di controlli automatici dell'illuminazione. I controlli sono opportunamente localizzati e sono in grado di rilevare l'occupazione.

  • 31 dicembre 2029

    Impianti solari
    Devono essere installati impianti solari su tutti i nuovi edifici residenziali e su tutti i nuovi parcheggi coperti adiacenti agli edifici.

  • 1 gennaio 2030

    Edifici ad emissioni zero
    Tutti gli edifici di nuova costruzione devono essere a emissioni zero.

  • 1 gennaio 2030

    GWP
    Per tutti gli edifici di nuova costruzione nell'attestato di prestazione energetica deve essere indicato il GWP (Global Warning Potential), calcolato nel corso del ciclo di vita.

  • 1 gennaio 2030

    Consumo edifici non residenziali
    Entro il 2030, dovrà essere prevista la ristrutturazione degli edifici non residenziali con le prestazioni energetiche più basse nella misura del 16%.

  • 31 dicembre 2030

    Impianti solari
    Devono essere installati impianti solari su tutti gli edifici pubblici con una superficie coperta utile superiore a 250 mq.

  • 31 dicembre 2030

    Consumo edifici residenziali
    Gli Stati membri provvedono affinché il consumo medio di energia primaria in kWh/(m2.a) dell'intero parco immobiliare residenziale diminuisca di almeno il 16 % rispetto al 2020 entro il 2030.

  • 31 dicembre 2033

    Consumo edifici non residenziali
    Entro il 2033, dovrà essere prevista la ristrutturazione degli edifici non residenziali con le prestazioni energetiche più basse nella misura del 26%.

  • 31 dicembre 2035

    Consumo edifici residenziali
    Gli Stati membri provvedono affinché il consumo medio di energia primaria in kWh/(m2.a) dell'intero parco immobiliare residenziale diminuisca di almeno il 20-22 % rispetto al 2020 entro il 2035.

  • 31 dicembre 2040

    Consumo edifici residenziali
    Gli Stati membri provvedono affinché il consumo medio di energia primaria in kWh/(m2.a) dell'intero parco immobiliare residenziale entro il 2040, e successivamente ogni cinque anni, sia equivalente o inferiore al valore determinato a livello nazionale derivato da un progressivo calo del consumo medio di energia primaria dal 2030 al 2050 in linea con la trasformazione del parco immobiliare residenziale in un parco immobiliare a emissioni zero. Gli Stati membri provvedono affinché almeno il 55 % del calo del consumo medio di energia primaria di cui sopra sia conseguito mediante la ristrutturazione del 43% degli edifici residenziali con le prestazioni peggiori.

  • 31 dicembre 2040

    Caldaie a combustibili fossili
    Eliminazione completa delle caldaie a combustibile fossile entro il 2040.

  • 2050

    Edifici ad emissioni zero
    Tutti gli edifici devono essere a emissioni zero.