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Come evolverà la classificazione energetica degli edifici?

10 maggio 2023
Angela Sanchini

Il testo della nuova Direttiva, che è recentemente stato approvato dal Parlamento Europeo, prevede che la classe G, ovvero la 
classe più bassa, cioè quella dalle peggiori performance, comprenda il 15% del parco edilizio (il momento in cui scattare tale fotografia, ancora non è noto).
Dall’altro lato, per poter essere classificati nella classe migliore, ovvero la classe A, occorrerà essere ZEB (edificio a zero emissioni). 
Cosa comporterà quindi questa nuova classificazione?
Per provare a rispondere occorre innanzitutto analizzare l’attuale meccanismo di classificazione che abbiamo in Italia.
Al di là del fatto che essa sia attualmente basata sul concetto di edificio di riferimento, aspetto che non tratteremo ora, il dato fondamentale è che l’attuale classificazione fa finire in classe G una percentuale, che chiaramente varia per tipologia di edificio e zona climatica, ma che è nell’ordine di grandezza di un 30-35% degli edifici certificati (Fonte: Rapporto Annuale 2022 Enea-Cti sulla Certificazione Energetica degli Edifici). 
Ora, dato che vengono certificati sia edifici nuovi, sia edifici esistenti e che il campione statistico risulta piuttosto numeroso, possiamo assumere che questa sia una buona fotografia del parco edilizio nazionale attuale.
Tutto ciò significa che probabilmente un certo numero di edifici attualmente in classe G, verrà, a parità delle altre condizioni, “riclassificato” in classe F, e così via per le altre classi.
Spostandoci tuttavia verso le classi più performanti (le attuali classi A) si prevede che avverrà un effetto opposto: non è detto che tutti gli edifici attualmente classificati nelle varie classi A1, A2, ecc. rientreranno automaticamente nella nuova classe A, dato che, appunto, essa sarà definita dallo ZEB (Zero Emission Building).
In conclusione, una considerazione doverosa anche se ovvia: il ragionamento sopra esposto è da intendersi come qualitativo; ad oggi, infatti, è prematuro esporsi in analisi quantitative, appunto per via del fatto che vi sono solo principi generali, ma il come declinare le nuove classi è ancora tutto da definire e sarà possibile solo in fase di recepimento della nuova EPBD.

Roberto Nidasio – Funzionario Tecnico CTI

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