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Aggiornamento direttiva su prestazione energetica nell'edilizia: il CESE approva la proposta della Commissione europea

22 aprile 2022
Angela Sanchini

La direttiva aggiornata sulla prestazione energetica nell'edilizia contribuirà a realizzare un ambiente edificato efficiente sotto il profilo energetico, di alta qualità e privo di combustibili fossili, fornendo gli strumenti per affrontare efficacemente la povertà energetica e rimediare al sottoinvestimento strutturale a lungo termine nel settore dell'edilizia. In quest'ottica, nella sessione plenaria di marzo il Comitato economico e sociale europeo ha adottato il proprio parere sulla rifusione della direttiva sulla prestazione energetica nell'edilizia, accogliendo con favore il fatto che la nuova proposta della Commissione tenga conto delle questioni evidenziate in precedenti pareri del CESE.

UNA STRATEGIA PER ALLEVIARE LA POVERTÀ ENERGETICA
La recente brusca impennata dei prezzi dell'energia e la prospettiva, perlomeno nel medio periodo, di prezzi energetici elevati, hanno dimostrato che è più importante che mai mettere in atto una strategia per alleviare ed eliminare la povertà energetica.

Nel 2018 il 6,8 % degli abitanti dell'UE (circa 30,3 milioni di persone) non è stato in grado di pagare regolarmente le bollette, comprese quelle dell'energia, e ha quindi rischiato la sospensione dell'erogazione, e gli ultimi sviluppi hanno ulteriormente peggiorato la situazione.

Per garantire a tutti un alloggio dignitoso, economicamente accessibile e sano, l'UE dovrebbe attuare misure concrete a lungo termine per migliorare l'efficienza energetica degli edifici. Ciò è tanto più urgente in quanto il riscaldamento e il raffrescamento basati sui combustibili fossili diventeranno più costosi con l'aumento dei prezzi delle quote del sistema di scambio di quote di emissione dell'UE (EU ETS).

MISURE CONCRETE PER AUMENTARE L'EFFICIENZA ENERGETICA DEGLI EDIFICI
Per conseguire questi risultati, il CESE sostiene con forza tre azioni mirate.

  1. l'introduzione a livello dell'UE di alcune norme minime di prestazione energetica, in particolare per gli edifici residenziali con le prestazioni peggiori, rappresenta un passo avanti significativo, anche se spetta agli Stati membri decidere se il resto del patrimonio edilizio residenziale debba essere coperto da norme stabilite a livello nazionale.
  2. il rafforzamento dei requisiti in termini di affidabilità e utilizzabilità degli attestati di prestazione energetica (APE). Considerato il loro ruolo centrale nel miglioramento dell'efficienza energetica del parco immobiliare, è importante garantirne il passaggio a un formato digitale, nonché la buona qualità, il contenuto dettagliato e i metodi di calcolo precisi, l'accessibilità economica, l'accesso e la pubblicazione. Tuttavia, dovrebbe essere sempre possibile rilasciare l'APE su supporto cartaceo ai cittadini che ne hanno bisogno.
  3. la creazione di un "passaporto di ristrutturazione" degli edifici entro il 2024 rappresenta una proposta eccellente: essa consentirà ai consumatori di accedere più facilmente alle informazioni e di ottenere costi più bassi al momento di pianificare la ristrutturazione dei loro edifici. Il CESE si interroga sull'effetto che tale passaporto potrà avere, dato che non è obbligatorio, ma riconosce che esso include anche benefici più ampi legati alla salute, al comfort e alla capacità di adattamento dell'edificio ai cambiamenti climatici.

CONTESTO DELLA PROPOSTA
Nel dicembre 2021 la Commissione europea ha proposto una revisione della direttiva sulla prestazione energetica nell'edilizia. La nuova direttiva aggiorna il quadro normativo esistente per rispondere, da un lato, all'obiettivo del Green Deal europeo di conseguire la neutralità climatica entro il 2050 e, dall'altro, alla necessità di un sostegno a livello sociale.

L'obiettivo è promuovere la ristrutturazione degli edifici aumentando il numero dei progetti e la profondità delle ristrutturazioni, con un duplice obiettivo ultimo: ottenere un parco immobiliare ad alta efficienza energetica e decarbonizzato entro il 2050 e offrire finanziamenti più accessibili e abbordabili nell'ambito dei piani per la ripresa e la resilienza, utilizzando i 750 miliardi di EUR di fondi del pacchetto per la ripresa.

 

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