"Che impatto avrà la nuova EPBD?
È evidente che la semplicità del quesito non rispecchia la complessità della possibile risposta così come è evidente che ipotizzare scenari sulla base di una proposta di direttiva di non immediata pubblicazione possa rappresentare un esercizio poco efficace. 
Ma in CTI riteniamo che sia il momento giusto per fare una prima analisi, una prima lista della spesa, in attesa che vengano smussati, o perché no, affilati gli angoli di un documento che si preannuncia comunque ambizioso e in grado di cambiare anche in modo significativo il sistema di certificazione delle prestazioni energetiche degli edifici.

È il momento giusto perché il processo di redazione è arrivato al suo step finale, l’ormai noto alla maggioranza “trilogo”.

È il momento giusto perché l’ossatura del documento sembrerebbe essere ben definita nonostante le differenti posizioni dei tre attori di quest’ultima fase di negoziazione: Commissione, Consiglio e Parlamento europei. Attori con diverse ambizioni e differenti punti di vista, ma con l’obiettivo comune di alzare, chi più chi meno, l’asticella.

È il momento giusto perché anche molti operatori del settore, la maggior parte seduti sui tavoli CTI, hanno avuto il tempo di analizzare le bozze, farsi opinioni, individuare spunti e criticità.

È per questo motivo che nell’approfondimento - lo chiamiamo “dossier” - di questo numero abbiamo fatto un’analisi dettagliata di cosa si porta in pancia la bozza di direttiva. E lo abbiamo fatto con l’obiettivo di iniziare a richiamare l’attenzione soprattutto su quegli aspetti che impatteranno più o meno direttamente sulle attività delle nostre Commissioni Tecniche e/o dei nostri Gruppi Consultivi. Perché indipendentemente da dove sarà posta l’asticella a fine percorso, ci sarà parecchio da lavorare sia per aggiornare la normativa tecnica nazionale (per fortuna abbiamo la serie UNI/TS 11300) sia per fornire supporto al legislatore nelle fasi di recepimento operativo della nuova EPBD."

Direzione CTI